Famiglia Doria
La famiglia Doria di Cervinara , di antico casato, risulta insediato a Cervinara dalla fine del Cinquecento in persona dei fratelli Antonio U.I.D. (Utriusque Iuris Doctor, ovvero Dottore in entrambi i rami del Diritto civile e canonico ) e Angelo Doria che costituirono nel 1608 in Cervinara il sepolcro gentilizio,tuttora esistente, con lo stemma di famiglia presso la Chiesa del Carmine (aquila su tre cime di montagna, in alto la stella ed il sole) ,come descritto nell’atto notarile di ricognizione dei beni Doria presso la Chiesa del Carmine ( sepolcro, altare gentilizio e quadro della crocefissione del Cristo) a rogito Notaio Scipione Girardi a.1835. Di recente Marro nel libro “Cervinara. Dodici secoli di storia” Cervinara 2010, ha pubblicato unitamente allo stemma di famiglia copia dei primi titoli di U.I.D. di Antonio Doria (1591) e Detio Doria (1617)esitenti presso l’Archivio di Stato di Napoli e riportati in calce all’opera della Prof.Del Bagno, “Legum doctores. La formazione del ceto giuridico a Napoli tra Cinque e Seicento, Napoli 1993.In tale opera si evidenzia che il rilascio del titolo dottorale si inseriva in un contesto sociale di antagonismo alla antica aristocrazia di spada tramite la formazione di un concetto nuovo di nobiltà per certi versi più pregevole perché unito al riconoscimento del merito intellettuale. La storia della famiglia è contraddistinta dalla costante acquisizione del titolo dottorale; altri elementi di valutazione sono offerti dalla continua partecipazione alla Universitas di Cervinara ed all’ordine ecclesiastico.
Tra i personaggi più conosciuti sicuramente è da annoverare D.Angelo Doria,figlio del dottor D.Antonio,sul quale di recente il TG3 ha trasmesso un servizio per illustrarne la statura intellettuale e politica .
Nasce in Cervinara nel settembre 1796,laureato in utroque iure secondo la tradizione di famiglia, partecipa ai moti liberali del 1820 e per questo viene esiliato in Roma. Fu nominato prima Cavaliere dell’ordine equestre dei Gerosolimitani e poi come da bolla del Pontefice Gregorio XVI del 1835 dell’ordine dello Speron d’Oro: l’influsso degli ambienti ecclesiastici e la partecipazione agli ordini equestri (cui faceva già parte il padre D.Antonio) di fronte alle turbolenze delle esperienze giovanili ed allo sviluppo crescente delle tensioni sociali in quel periodo nel Regno dovettero rappresentare dei fattori decisivi per la rivisitazione della sua posizione rispetto alla Monarchia Borbonica: a questo punto infatti il rapporto con la Real Casa si rinsalda in modo forte tanto da ottenere l’ammissione al baciamani reale.
Tra i fratelli, D.Fortunato ricoprì le funzioni di Sindaco di Cervinara dal 1841 al 1843, e D.Donato, che subì anche il rapimento da briganti, acquisì il titolo di Monsignore (la sua corrispondenza è conservata all’Archivio Nazionale di Montevergine), e D.Luigi era divenuto Supplente del Giudicato Regio.
Ad Angelo Doria si riferisce di certo lo storico De Sivo, “Storia delle Due Sicilie dal 1847 al 1861”, II, Roma, 1864, p.238-9 che gli attribuisce l’iniziativa che portò, con l’adesione di quasi tutti i collegi giuridici ed amministrativi del Regno- all’abolizione dello Statuto. Erano di certo periodi contraddistinti da forti tensioni sociali (vedi le vicende del 1848) che rappresentarono un preludio a quella che di lì a breve sarebbe stata la fine del Regno: in questo contesto si può pacificamente rilevare che la posizione di D. Angelo rispetto alla Casa Reale non è di contrapposizione, ma anzi di convinto sostegno.
Dopo la morte di Ferdinando II ed all’atto della concessione di nuovo ed in extremis da parte del giovane Franceschiello della costituzione, D. Angelo decise di ritirarsi da Napoli in Cervinara conducendo da quel momento in poi una vita molto riservata. Quanto alla posizione rispetto al plebiscito in favore dei Savoia, i dati di archivio non consentono di verificare l’eventuale partecipazione di D. Angelo, mentre i fratelli D. Giuseppe e D. Luigi avrebbero votato a favore, come riferisce Spagnuolo, Manifestazioni antisabaude in Irpinia, quaderno n.2, cit., p.15 ss..
La votazione avvenne il 21 ottobre 1860. Un mese dopo (29 novembre 1860) la popolazione di Cervinara insorse contro il Governo Savoiardo: la vicenda rientrava nell’ambito del diffuso fenomeno insurrezionale che si era sviluppato in tutto il territorio del Regno in reazione all’invasione piemontese. Si trattò di un sommovimento popolare che prese le mosse come una festa di contadini in favore di Francesco II. L’intervento delle truppe garibaldine fu duro nel sedare la rivolta.
Si aprì una fase di repressione giudiziaria con l’apertura di numerosi procedimenti nei confronti di cittadini Cervinaresi ,quasi tutti assolti. I fratelli D. Angelo, D. Luigi, D. Giuseppe e D. Donato Doria furono anche essi ingiustamente accusati ,ma furono totalmente prosciolti in istruttoria con l’archiviazione degli atti. MARRO( Cervinara. Storia di dodici secoli, Cervinara, 2010, 104 ss.).
Lo sviluppo della famiglia Doria fu dovuto alla numerosa prole del nipote D. Gabriele, figlio del premorto D. Michele e di Donna Elena Barionovi da nobile famiglia (già Barrionuevo) di origine spagnola.
Tra i discendenti D. Fortunato accettò di ricoprire complessivamente per circa un ventennio agli inizi del novecento la carica di Sindaco di Cervinara, acquisendo notevoli meriti : approvò il primo piano regolatore ,realizzò la rete idrica,la rete elettrica ,l’edificio scolastico in piazza Mercato,e numerosi interventi per l’imbrigliamento del torrente Castello, la costruzione del cimitero, e tante altre iniziative tanto che il giornale Lo Staffile così scriveva “ E’ questa amministrazione ,di cui è capo Fortunato Doria,gentiluomo di tempra adamantina, che va il saluto e l’omaggio di viva ammirazione” (Marro, Sindaci e podestà cervinaresi, Cervinara, 2000 pag.21.30); D. Antonio, dottore in Medicina e Chirurgia, fu nominato nel 1896 Tenente Medico del Regio Esercito presso il Reggimento Cavalleria ed insignito della onorificenza di Cavaliere della Corona d’Italia. D. Alfonso e D. Antonio si sposarono rispettivamente con le sorelle Donna Giovanna e Donna Elisa Finelli, residenti in Napoli ed appartenenti a nobile famiglia insediata a Giugliano, Cervinara ed in Arienzo: peraltro Donna Marianna Finelli, della stessa famiglia, aveva sposato il barone D. Francesco Del Balzo di San Martino Valle Caudina (padre del deputato Girolamo Del Balzo e dello scrittore Carlo Del Balzo), famiglia che a Cervinara aveva un ramo diretto della prima metà del Settecento, nonché una parentela per il matrimonio di Donna Elena Del Balzo con D. Domenico Barionovi